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Completata a Bologna la rete metropolitana dello Stroke. Tra le prime in Italia per complessità e integrazione tra ospedali

Pubblicato il 09/03/2011

Riconoscere prontamente i sintomi dell’ictus, come disturbi del linguaggio, paralisi facciale, rapida perdita di forza in un braccio o in una gamba per intervenire immediatamente con il trattamento trombolitico endovenoso che permette di sciogliere il trombo che ostruisce l'arteria cerebrale interessata. Il trattamento, potenzialmente in grado di evitare una morte o una grave disabilità ogni 7 pazienti trattati, è efficace se viene completato entro le prime tre ore dall’insorgenza dei sintomi e in casi specifici.

Dallo scorso mese di gennaio il trattamento trombolitico endovenoso è disponibile per tutti i cittadini della Provincia di Bologna. E’ stata completata, infatti, la rete metropolitana dello Stroke, tra le prime in Italia per complessità e integrazione tra ospedali, costituita dal sistema di Emergenza-Urgenza del 118 e dei Pronto Soccorso della città e della provincia, dalla Stroke Unit dell’Ospedale Maggiore e dalla Medicina d’urgenza del Policlinico S.Orsola-Malpighi - i due centri di riferimento provinciali autorizzati al trattamento dalla Regione Emilia Romagna – dalla Medicina interna del Policlinico S. Orsola Malpighi, con letti dedicati allo stroke, diretta da Marco Zoli e dagli ospedali di Bentivoglio, San Giovanni in Persiceto e Porretta Terme, che dispongono di aree dedicate all’assistenza dei pazienti con ictus che hanno già ricevuto il trattamento trombolitico. Questa rete è integrata con le strutture riabilitative dell’area metropolitana di Bologna, che garantiscono il completamento del percorso di cura – lo stroke care - nella fase post acuta dell’ictus.

La rete metropolitana dello Stroke è stata presentata in conferenza stampa oggi, 9 marzo, da Massimo Annicchiarico e Mario Cavalli, direttori sanitari rispettivamente dell’Azienda Usl e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Tommaso Sacquegna, Giovanni Gordini e Vincenzo Pedone, rispettivamente direttori della Neurologia dell’Ospedale Maggiore, del Dipartimento di Emergenza-Urgenza e del Dipartimento Medico dell’Azienda Usl di Bologna, Mario Cavazza, direttore del Pronto Soccorso, Marco Zoli direttore della Medicina interna e della Stroke Unit, Fabio Cirignotta direttore della Neurologia e Maria Guarino, neurologa, che coordina l’attività di Trombolisi nel paziente con ictus cerebrale e il percorso aziendale Attacco Ischemico Transitorio, tutti del Policlinico S.Orsola-Malpighi.

La Stroke Unit dell’Ospedale Maggiore e la Medicina d’urgenza del Policlinico S.Orsola-Malpighi sono operativi 24 ore su 24, alternandosi con una turnistica concordata nelle ore notturne, nei week end e nei giorni festivi, un esempio di sistema integrato di servizi nell'area provinciale.

Il riconoscimento precoce dell’ictus, la chiamata tempestiva del 118, la valutazione della persona colpita e il suo rapido trasporto da parte dei mezzi di soccorso nei due centri cittadini, sono indispensabili per garantire al paziente di arrivare nei due ospedali di Bologna nel più breve tempo possibile dall’esordio dell’ictus. Nell’arco di 60 minuti dall’arrivo in Pronto Soccorso la persona è valutata dal medico del team trombolisi, esegue tutti gli esami necessari ed è sottoposta, se la tipologia di ictus lo consente, al trattamento trombolitico endovenoso.

Il trattamento, avviato dalla seconda metà del 2008 nei due ospedali cittadini autorizzati, è stato effettuato sinora in 155 pazienti colpiti da ictus, il 60% dei quali è tornato a casa guarito o con minimi deficit residui.


Dalla chiamata al 118 al trattamento trombolitico in 99 minuti

Nel 2010, a Bologna, la rete dello Stroke ha garantito il trattamento trombolitico endovenoso alle persone colpite da ictus entro 99 minuti dalla chiamata alla centrale operativa del 118. Di seguito il dettaglio dei tempi medi di intervento, passo per passo, così come rilevati nel corso del 2010 in ambito cittadino.

00’-02’
L’operatore della centrale operativa 118 Bologna Soccorso è in grado di individuare un potenziale ictus grazie ad un protocollo specifico che prevede poche semplici domande. L’invio dell’ambulanza è immediato.

17’
L’ambulanza è sul luogo dell’intervento. Gli infermieri procedono ad una immediata verifica della presenza dei sintomi dell’ictus, come disturbi del linguaggio, paralisi facciale, rapida perdita di forza in un braccio o in una gamba. E’ sufficiente la presenza di uno solo di questi sintomi per allertare il Pronto Soccorso di uno dei due ospedali di riferimento, Maggiore e Sant’Orsola-Malpighi, sull’arrivo di un paziente con ictus. Durante il trasporto verso l’ospedale gli infermieri tengono sotto controllo le funzioni vitali della persona colpita da ictus, somministrando ossigeno.

39’
La persona colpita da ictus arriva in Pronto Soccorso dove, nell’arco di 60 minuti, viene immediatamente visitata e sottoposta ad elettrocardiogramma, esami del sangue e TAC. Contemporaneamente viene allertato il team trombolisi per gli accertamenti neurologici necessari ad individuare la tipologia e la gravità dell’ictus e procedere, quindi, al trattamento trombolitico endovenoso, se indicato.


Dopo il trattamento trombolitico
Dopo il trattamento trombolitico endovenoso la persona colpita da ictus viene ricoverata per un breve periodo, tra i 2 e 3 giorni, per ulteriori approfondimenti diagnostici utili ad individuare le cause dell’episodio di ictus e prevenirne il ripetersi in futuro. Nel 60% dei casi la persona torna a casa guarita o con minimi deficit residui. Nei casi in cui, nonostante il trattamento trombolitico, permangono deficit di media o grave entità, il paziente viene trasferito per la riabilitazione alla stroke care più vicina alla sua residenza. Le Stroke Care presenti nel territorio metropolitano bolognese sono situate presso gli ospedali di Bentivoglio, Porretta Terme e San Giovanni in Persiceto.


L'ictus è una delle patologie più frequenti e gravi e rappresenta in Italia la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, con il 10-12% di tutti i decessi annui, e la prima causa di invalidità. Ogni anno in Italia si registrano circa 200.000 casi, 9.000 dei quali in Emilia Romagna, 1.600 nella sola provincia di Bologna. Il rischio di ictus aumenta con l’età, in pratica raddoppia ogni 10 anni a partire dai 45 anni, raggiungendo il valore massimo negli ultra ottantenni.

 

 

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