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Neonatologi e pediatri da tutto il mondo a convegno a Bologna il 14 e 15 aprile

Pubblicato il 13/04/2011

Sono costantemente in aumento le probabilità di vita per un neonato con un peso non superiore a un chilogrammo e mezzo, o nato dopo una gestazione inferiore a 30 settimane. Non solo, anche le possibilità di avere una vita di qualità, senza gravi disabilità, sono drasticamente migliorate, soprattutto negli ultimi anni. 

Di questa evoluzione della Neonatologia e, in particolare, dell’assistenza respiratoria non invasiva si occuperanno alcuni tra i più importanti neonatologi e pediatri italiani e stranieri, a convegno a Bologna a partire da giovedì 14 aprile. Una due giorni di rilievo internazionale dal titolo Assistenza respiratoria non invasiva nel neonato e nel lattante, che si svolgerà a Palazzo Re Enzo.

Il convegno, presieduto da Fabrizio Sandri, Direttore dell’Unità Operativa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale e del Dipartimento Materno-Infantile dell’Azienda USL di Bologna, ha il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Società Italiana di Neonatologia e Società Italiana di Pediatria.

Ricerca scientifica e innovazione tecnologica hanno consentito negli ultimi anni sensibili progressi nell’assistenza ai neonati prematuri. Nuove terapie farmacologiche e apparecchiature particolarmente sofisticate hanno consentito di assistere anche le più gravi forme di insufficienza respiratoria, riducendo i danni legati alla ventilazione meccanica e calibrando l’intensità degli interventi a misura di neonato e secondo le diverse fasi della malattia.

La Neonatologia dell’Ospedale Maggiore, punto di riferimento dei 4.200 neonati che ogni anno nascono nelle Maternità degli Ospedali dell’Azienda Usl di Bologna – Maggiore di Bologna, Bentivoglio e Porretta Terme – ma provenienti anche da altri centri regionali e extraregionali, assiste ogni anno circa 50 neonati di peso inferiore o uguale ai 1.500 grammi o di età gestazionale inferiore alle 30 settimane. I risultati, in termini di sopravvivenza assoluta e di sopravvivenza senza gravi patologie, sono superiori alla media internazionale rilevata dalla più importante rete di Neonatologie del mondo, il Vermont Oxford Network. Nella Neonatologia dell’Ospedale Maggiore, infatti, nel triennio 2008-2010 i neonati prematuri sopravissuti sono il 93,4% (84,2% la percentuale media internazionale), il 67,1% senza patologie gravi (50,9% il dato medio internazionale).

Il percorso di cura e assistenza per il neonato prematuro è articolato in fasi successive che si avvia con interventi di terapia intensiva proporzionali al grado di prematurità e di riduzione del peso neonatale. Già nella fase iniziale, i neonatologi ricorrono a tecniche invasive solo quando indispensabili, limitandone comunque per quanto possibile intensità e durata, per attivare prima possibile tecniche non invasive. In genere i tempi di ricovero per questi neonati sono tali da consentire, in assenza di complicanze maggiori, peraltro non frequenti, il ritorno a casa all’incirca intorno alla data naturale della loro nascita. La Neonatologia dell’Ospedale Maggiore offre, inoltre, alle mamme la possibilità di alloggiare e di vivere accanto al loro bambino, accompagnate dal personale medico e di assistenza nel percorso che le condurrà al ritorno a casa. E’ determinante, infatti, sin dalla fase di ricovero in Terapia Intensiva Neonatale, facilitare la costruzione della relazione mamma-bambino, così traumaticamente e precocemente interrotta, attraverso tutte le modalità di contatto e interazione, come la marsupio-terapia e l’attaccamento al seno.


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