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Polo Cardio-Toraco-Vascolare e Laboratorio Unico Metropolitano, doppia inaugurazione oggi a Bologna con il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Pubblicato il 01/08/2016

“Oggi è una bellissima giornata, perché le strutture che abbiamo inaugurato sono un esempio di come si possa reggere la sfida per la sostenibilità del sistema senza perdere la nostra ricchezza, e cioè la sua universalità”. Così Beatrice Lorenzin, al termine della sua visita a Bologna, nel corso della quale ha inaugurato il nuovo Polo Cardio-Toraco-Vascolare al Policlinico di Sant’Orsola e il Laboratorio Unico Metropolitano (L.U.M.) all’Ospedale Maggiore.

Accompagnata da Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, Mario Cavalli, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Chiara Gibertoni, Direttore Generale dell'Azienda USL di Bologna, Daniele Manca, Sindaco di Imola, Virginio Merola, Sindaco di Bologna, Luca Rizzo Nervo, Assessore alla Sanità e al Welfare del Comune di Bologna, Francesco Ubertini, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Sergio Venturi, Assessore regionale alle Politiche per la salute, il Ministro ha aperto la sua giornata bolognese al Polo Cardio-Toraco-Vascolare.

Il Polo riunisce nove Unità operative: Cardiochirurgia, Cardiochirurgia Pediatrica e dell'Età Evolutiva, Cardiologia, Cardiologia Pediatrica e dell'Età Evolutiva, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica, Radiologia, Anestesiologia e Rianimazione e Pneumologia interventistica. Offre 135 posti letto di degenza e 49 in area intensiva e semintensiva e può contare su 6 sale operatorie e 5 sale di diagnostica ed interventistica avanzata (2 sale ibride e 3 sale emodinamica) ad altissima tecnologia. “Il nuovo Polo del Policlinico di Sant’Orsola – ha spiegato Mario Cavalli – si candida ad essere un punto di riferimento a livello nazionale per tutte le attività di cardiochirurgia, chirurgia toracica e vascolare. Lo sarà per il comfort della struttura, le tecnologie di livello europeo ma anche per la scelta forte di puntare sulla multidisciplinarietà, sul lavoro di squadra che, grazie ad un’organizzazione per livelli di intensità di cure, favorirà la collaborazione tra professionisti e metterà davvero il paziente al centro dei percorsi di trattamento”.

Appuntamento successivo al Laboratorio Unico Metropolitano presso l’Ospedale Maggiore, dove il Ministro ha visitato i due piani dedicati alla diagnostica, soffermandosi in particolare al piano terra, dove batte il cuore del LUM con l’area ad alta automazione, il Corelab. Qui il Ministro ha potuto assistere al percorso compiuto dai campioni biologici dal loro arrivo sino alle linee completamente automatizzate lungo le quali le provette scorrono come vagoni ferroviari intelligenti su una rete che non richiede l’intervento del manovratore. “Il LUM – ha dichiarato Chiara Gibertoni - è un progetto di successo e il suo successo lo dobbiamo in massima parte al mix di competenze, entusiasmo e determinazione con il quale la comunità professionale bolognese, senza distinzioni né confini tra le quattro Aziende sanitarie che lo hanno costituito, ha accettato questa sfida. E’ una esperienza che abbiamo già replicato in altri ambiti - ha concluso Gibertoni - penso al Servizio Amministrativo Unico Metropolitano, e continueremo ad utilizzare come modello, convinti come siamo della necessità di riprogettare l’offerta nel territorio della provincia di Bologna secondo la logica della messa in rete”.

La giornata bolognese del Ministro Lorenzin si è conclusa con un incontro pubblico, nella nuova Aula Magna dell’Ospedale Maggiore, gremita di operatori della sanità pubblica bolognese, direttori generali, sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie emiliano-romagnole, rappresentanti del mondo accademico, delle Associazioni e delle Istituzioni, tra i quali Sindaci, Parlamentari, il Prefetto Ennio Mario Sodano e l’Arcivescovo di Bologna, Mons. Matteo Maria Zuppi.

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