Comunità attive
Il programma è coordinato a livello regionale dal Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica che si avvale di un gruppo regionale costituito a partire dai Referenti Aziendali del programma, che comprende sia rappresentanti espressi dalle Aziende Sanitarie afferenti ai Servizi di Medicina dello Sport e Promozione dell’Attività Fisica, sia professionisti con competenze specifiche nella promozione della salute e nel lavoro intersettoriale. Il gruppo include anche rappresentanti del mondo sportivo, istituzionali ed espressi da stakeholder esterni, e laureati in scienze motorie individuati a livello regionale.
Dal punto di vista strategico un’importante opportunità per la realizzazione del programma è costituita dallo sviluppo della rete della Case della Comunità, le quali possono facilitare l’attuazione del programma non solo prevedendo spazi per promozione e prescrizione di esercizio fisico, ma anche nel mobilitare le risorse delle comunità locali.
Altro punto nevralgico del programma è la connessione con i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) delle malattie croniche sensibili all’esercizio fisico per arrivare a garantire l’universalità dell’offerta di percorsi di esercizio fisico strutturato per questa categoria di persone.
Il programma Comunità attive (PP02) è strettamente collegato al programma Sani stili di vita (PL20): dalla promozione alla presa in carico, con il quale condivide l’obiettivo dell’inserimento nei PDTA relativi alle patologie croniche non trasmissibili dei percorsi per la prescrizione dell’esercizio fisico. Inoltre, per favorire una visione di insieme sui diversi stili di vita a rischio per la salute, saranno i Referenti del PL20 ad avere, a livello regionale e aziendale, la responsabilità dell’obiettivo trasversale “presenza di offerta formativa per gli operatori del SSN (inclusi MMG e PLS) finalizzata all’acquisizione di competenze sul counseling breve”, il quale è declinato anche nel PP02 per disposizione ministeriale.
Il programma Sicurezza negli ambienti di vita (PP05) declina la prevenzione del rischio cadute dell’anziano anche attraverso l’attuazione del “Protocollo Otago”, programma di attività fisica per gli anziani che beneficia delle opportunità e dei percorsi costruiti nell’ambito del PP02. Le azioni di programma che hanno a che fare con la creazione di ambienti urbani più favorevoli alla pratica dell’attività fisica sono strettamente connesse con il programma Ambiente, Clima e Salute (PP09) e con l’azione del PP05 inerenti alla partecipazione delle Aziende Sanitarie ai Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS). Sempre nell’ambito della promozione dell’attività fisica nei contesti comunitari, particolari sinergie si ravvisano con i programmi Scuole che promuovono salute (PP01) e Luoghi di lavoro che promuovono salute (PP03) nell’ambito della promozione della mobilità casa-scuola e casa-lavoro.
Il PP02, inoltre, fornisce risorse e si propone la costruzione di partnership utili beneficiando di sinergie con programmi “per setting” e “per target” che hanno tra i propri obiettivi il contrasto delle malattie croniche non trasmissibili. Tali programmi sono, oltre ai già citati PP01 e PP03, il programma Dipendenze (PP04), il programma Primi 1000 giorni di vita (PL11) e il programma Infanzia e adolescenza in condizioni di vulnerabilità (PL12). Infine, la necessità di mantenere collegato il tema della promozione dell’attività fisica con quello della promozione della sana alimentazione determina la necessità di raccordo con il Eco Health Salute, Alimenti, Animali, Ambiente (PL18).
Tra gli strumenti operativi a supporto del programma ha un ruolo centrale Mappa della salute, uno strumento di comunicazione e al contempo dispositivo organizzativo che facilita la connessione delle opportunità generate dal PP02 con le attività locali e con il quale gli operatori dei PP02 si devono interfacciare.
La formazione costituisce poi un aspetto fondamentale per la riuscita del programma e si va a distinguere tra formazione rivolta ai professionisti “interni” al sistema sanitario sui temi della prescrizione dell’attività fisica, realizzata in collaborazione con l’Agenzia Sanitaria e Sociale e con il Centro Luoghi di Prevenzione comprensiva di valutazione di trasferibilità locale, e formazione intersettoriale, destinata a coinvolgere anche la rete delle palestre regionali, i walking leader e i soggetti coinvolti nella promozione dell’attività sportiva per persone con disabilità. Quest’ultima formazione deve essere pianificata nell’ambito del percorso di co-progettazione con gli stakeholder esterni.
Esempi di co-progettazione sono il laboratorio di comunità Appennino attivo rivolto ai cittadini del Distretto Appennino bolognese, i Gruppi di cammino e altre forme di socializzazione nei quartieri periferici di Bologna come il progetto "Condomini attivi" e il "Passaporto della Salute".