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Plastica monuouso. Le ultime novità sulla Direttiva SUP (Single Use Plastic)

Pubblicato il 07/03/2022 - Redattore f.spiniello
Sintesi

In seguito al nostro precedente articolo ci sono degli aggiornamenti, vediamo insieme i nuovi sviluppi 

Per prima cosa riassumiamo brevemente i contenuti della direttiva Sup del Parlamento europeo che stabilisce che entro il 2021 dovranno essere vietate le posate di plastica monouso, i piatti e le cannucce di plastica, i cotton fioc, i cucchiaini da caffè, le aste dei palloncini, le plastiche ossi-degradabili e i contenitori per alimenti in polistirolo espanso. La normativa prevede poi che entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030. Inoltre, entro il 2029 gli Stati membri dovranno raccogliere attraverso la raccolta differenziata il 90% delle bottiglie di plastica.

 

Leggi la notizia precedente per maggiori informazioni.

 

In Italia, il 14 gennaio 2022 è entrato in vigore il Decreto legislativo n.196 del 8 novembre 2021 di recepimento della direttiva Sup: non si potranno più immettere sul mercato molti oggetti in plastica monouso come piatti, posate, cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, bastoncini cotonati e alcuni contenitori in polistirolo. Rimane però la possibilità di esaurire le scorte da parte delle aziende. Per quanto riguarda le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di PET riciclato entro il 2025 e almeno il 30% a partire dal 2030. Inoltre, in Italia, così come negli altri paesi UE, si dovrà raccogliere il 90% di quanto immesso al consumo entro il 2029, con una tappa intermedia del 77% entro il 2025.

 

Dall'ambito di applicazione della direttiva, per il nostro paese, sono comunque esclusi i prodotti con plastica biodegradabile al 100% oppure quei prodotti biodegradabili e compostabili, composti da materia prima rinnovabile uguale o superiore al 40% (la percentuale salirà al 60% a partire dal primo gennaio 2024). L'immissione sul mercato o la messa a disposizione di prodotti in violazione di quanto disposto è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 euro a 25.000 euro. Infine il provvedimento introduce uno specifico sistema di etichettatura al fine di informare i consumatori sulle modalità di gestione di alcuni rifiuti in plastica. 

 
Tuttavia il nostro paese ha inserito una serie di parametri aggiuntivi per salvaguardare il settore delle bioplastiche, anche se la direttiva non prevede alcuna eccezione e la plastica biodegradabile è considerata una plastica a tutti gli effetti. La direttiva, infatti, invita gli Stati membri a favorire la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero prima dello smaltimento. Promuovere finanziariamente l’uso di un determinato prodotto di plastica monouso, anche se biodegradabile, non è in linea con l’articolo 4 e gli obiettivi della direttiva Sup. Il parere circostanziato del Commissario Europeo al mercato interno Thierry Breton è netto e dopo la richiesta inascoltata di una sospensione del provvedimento legislativo, il rischio di una procedura d'infrazione per l'Italia si fa concreto.  
 
L’Italia ha avuto molto tempo e molti tavoli a disposizione per provare a modificare la direttiva già durante la stesura in sede comunitaria, ma nonostante la ferma opposizione degli interlocutori comunitari, il nostro paese ha scelto di andare avanti sulla propria strada. L'Italia in seguito alle nuove comunicazioni arrivate da Bruxelles può procedere modificando con il primo provvedimento utile il suo decreto legislativo di recepimento della direttiva Sup. Altrimenti si aprirà una procedura d’infrazione nei confronti di uno Stato che ha scelto di non adeguarsi alle indicazioni giunte dalle autorità europee.