Malattia di Lyme
Trasmessa dalle zecche, la malattia di Lyme o borelliosi di Lyme, è presente in Italia e può portare a complicazioni neurologiche.
La malattia prende il nome dalla città di Lyme, nel Connecticut, dove è stata descritta per la prima volta nel 1975. È provocata da una spirocheta, la Borrelia burgdorferi, che penetra attraverso la cute con il morso di zecca, principalmente l'Ixodes ricinus, ed è diffusa in alcune aree delle foreste europee, asiatiche e americane.
Sintomi
Il sintomo principale è l’eritema migrante (rush anulare), che inizia come una piccola macchia rossa, da 3 a 30 giorni dopo la puntura e può estendersi fino a 30 centimetri con margine rosso ben delineato e centro più chiaro. La lesione cutanea può comparire in qualsiasi parte del corpo e può essere calda al tatto e generalmente non è dolorosa o pruriginosa.
Spesso l’eritema è accompagnato da una sindrome simile all’influenza: brividi, malessere, stanchezza, febbre, dolore articolare o muscolare, rigidità della nuca. Sintomi meno comuni sono l’ingrossamento dei linfonodi e disturbi respiratori, nausea, congiuntivite, paralisi facciale, palpitazioni cardiache.
Dopo alcune settimane possono svilupparsi alterazioni neurologiche o lesioni miocardiche, artriti e frequenti sono le ginocchia gonfie, calde e dolenti.
Attualmente non è disponibile un vaccino contro la malattia di Lyme.
Dove è presente
La malattia è tipica di tutti i paesi dell'emisfero Nord, dal Canada e gli Stati Uniti, all'Europa e Asia del Nord, trasmessa localmente da zecche di diverse specie.
In Europa, Germania, Polonia , Repubblica Ceca e l'area dei Balcani hanno registrato il maggior numero di casi.
Aree a rischio di Malattia di Lyme in Europa, ECDC 2018.
In Italia
I primi casi risalgono agli anni Ottanta e hanno riguardato soprattutto Liguria, Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana.
Nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, nel periodo compreso tra 2008 e 2021, sono stati notificati 87 casi di Malattia di Lyme, di cui 12 nel 2020.