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Giornata Mondiale dell’Alzheimer: in prima linea in ricerca e prevenzione della demenza, l’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche si colora di viola

Pubblicato il 21/09/2024 - Redattore Colonna Duilio
L'Istituto sta intensificando i propri sforzi per individuare strategie efficaci di prevenzione, diagnosi precoce e cura. In particolare, è impegnato nello studio dei biomarcatori liquorali e sanguigni, fondamentali per la diagnosi precoce.

L’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche (ISN) di Bologna aderisce alla Giornata Mondiale dell'Alzheimer, in calendario oggi 21 settembre, istituita nel 1994 dall'Organizzazione mondiale della Sanità e dall’Alzheimer's Disease International. Per l’Istituto si tratta di un’occasione per rinnovare il suo impegno nella lotta contro le demenze e, in particolare, proprio la malattia di Alzheimer, che rappresenta la principale causa di demenza, colpendo oltre il 50% dei casi. Per sensibilizzare la popolazione e come segno di vicinanza alle famiglie colpite da questa malattia, così come i palazzi istituzionali d’Italia e di altri Istituti, la facciata dell’IRCCS ISN di Bologna si illumina di viola aderendo all’iniziativa dell’Intergruppo parlamentare per le neuroscienze e l'Alzheimer.

Con un aumento previsto dei casi di demenza in Italia, che secondo le stime raggiungeranno i 2,3 milioni entro il 2050, l'IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche sta intensificando i propri sforzi per individuare strategie efficaci di prevenzione, diagnosi precoce e cura. L’Istituto è attivamente impegnato nello studio dei biomarcatori liquorali e sanguigni, fondamentali per la diagnosi precoce della malattia. Questi studi, portati avanti dal laboratorio diretto del professor Piero Parchi, collocano l’Istituto tra i centri di eccellenza a livello internazionale.

L’Istituto, grazie alla sua rete scientifica internazionale, inoltre, segue da vicino i progressi delle terapie innovative come gli anticorpi monoclonali, che sebbene ancora non approvati in Europa, hanno mostrato risultati promettenti negli Stati Uniti. In parallelo, si lavora su approcci non farmacologici che puntano a migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Secondo le più recenti ricerche, affrontare fattori di rischio come perdita dell'udito, obesità, ipertensione e isolamento sociale potrebbe prevenire fino al 45% dei casi di demenza. L’IRCCS ISN si impegna quindi anche nella diffusione di campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione, per promuovere stili di vita sani che possano contribuire a ritardare l’insorgenza della malattia.

In questo contesto, il professor Raffaele Lodi, Direttore Scientifico dell'IRCCS ISN di Bologna, sottolinea l’importanza della diagnosi precoce: “Il processo degenerativo alla base dell'Alzheimer inizia almeno venti anni prima della comparsa dei primi sintomi. Questo ci offre una finestra temporale cruciale per identificare i soggetti a rischio e intervenire tempestivamente. Attualmente, non sono disponibili terapie farmacologiche risolutive, ma le terapie abitative, sociali e corretti stili di vita hanno un impatto positivo, ritardando l'esordio della malattia e rallentandone l'evoluzione progressiva”.