Il Centro di Anatomia dell’Alma Mater riconosciuto come Centro di Riferimento nazionale per le attività su cadavere
Il Centro di Anatomia Clinica e Chirurgica Sperimentale e Molecolare del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna ha ottenuto dal Ministero della Salute il riconoscimento di Centro di riferimento nazionale per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti. Questo traguardo - sancito dal Decreto Ministeriale pubblicato lo scorso 8 settembre sulla Gazzetta ufficiale n. 215 - conclude l’iter avviato con il Regolamento di attuazione della Legge 10/2020, che disciplina l’utilizzo del cadavere per attività formative e di ricerca.
Il riconoscimento premia la lungimiranza dell’Università di Bologna che, avendo da tempo compreso il ruolo insostituibile dello studio sul cadavere per la formazione medica, ha saputo investire risorse per la costruzione di una moderna sala settoria all’interno dell’Istituto di Anatomia umana normale, sala dotata di un sistema di streaming multicanale e di registrazione audiovisiva, che consente la fruizione delle attività anche a distanza. Alla sala settoria è collegato un Programma per la donazione del corpo post mortem, ormai una realtà consolidata che, unicamente in ragione di un passaparola tra donatori e studenti dei corsi di laurea in Medicina e delle Professioni sanitarie, è cresciuto progressivamente e conta ad oggi più di 400 donatori provenienti da tutte le regioni italiane. In virtù del gesto di generosità dei donatori, è possibile erogare attività formative su cadavere a partire dal primo anno del Corso di laurea fino alla specializzazione professionalizzante e di offrire anche possibilità per la ricerca in ambito tecnologico.
Il riconoscimento del Ministero della Salute - afferma la professoressa Lucia Manzoli, direttrice del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie e responsabile del Centro anatomico - è stato possibile innanzitutto in virtù della sensibilità dei donatori, poi grazie al supporto prezioso del Rettore di Unibo ma anche dei Direttori generali e Direttori scientifici dei tre IRCCS bolognesi, che hanno sostenuto con convinzione il Centro anatomico dell'Alma Mater, consapevoli dell’importanza delle attività su cadavere anche per l’alta specializzazione chirurgica. Il centro promuove studi su tematiche che vanno dalla robotica alla realtà aumentata, dai big data all’intelligenza artificiale, partendo dal cadavere. Gli studi su cadavere di rivalutazione del circolo ipotalamo-ipofisario secondo la prospettiva anatomica imposta dalle recenti tecnologie mini invasive endoscopiche in collaborazione con i Neurochirurghi dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche, prof. Diego Mazzatenta e dott. Matteo Zoli, sono stati uno dei primi esempi di tale sinergia virtuosa e ad essi sono seguiti numerosi altri progetti di ricerca e cadaver lab in chirurgia endoscopica.
All’interno della sala settoria del Centro anatomico avviene la sintesi tra una disciplina storicamente ritenuta di base e la ricerca per lo sviluppo e il miglioramento delle tecnologie chirurgiche mini-invasive nell’ottica della medicina di precisione, con una riduzione dei rischi e una ottimizzazione delle risorse - dice ancora Lucia Manzoli - Unibo ha avuto la fortuna e il talento di partire per prima ma certamente non si ferma ora: è già avviata la costruzione di una nuova sala di anatomia chirurgica robotica attigua alla sala settoria principale per il test e la messa a punto di tecnologie robotiche, come pure l’allestimento di una saletta per le attività su cadavere dedicata agli specializzandi del distretto testa-collo.